Io resto a casa ma...

la terapia anti COVID per l’edificio malato

FASE 2

di Egidio Raimondi

Lo slogan Io resto a casa ci offre l’occasione per chiederci quanto le nostre case siano vivibili e, perché no, sicure, visto che trascorriamo tra l’80 e il 90% della nostra vita in ambienti chiusi.

Queste pillole hanno l’intento di aiutare a valutare la qualità ambientale degli spazi in cui viviamo e migliorarli con piccole semplici azioni. Una piccola cura per ridurre alcuni dei sintomi dell’edificio malato che potrebbe richiedere terapie più importanti, radicali e impegnative, diciamo chirurgiche!

Pillola n.7 - Materiali da costruzione

Fermo restando che sono importanti tutti i materiali con cui sono costruiti gli ambienti in cui viviamo, assumono particolare valore i materiali di finitura (le pitture, gli intonaci, i pavimenti, i trattamenti del legno come soffitti, porte e parquet, i rivestimenti, le colle, alcuni tessuti,…) perché sono quelli più a diretto contatto con le persone.

In particolare questi materiali contengono sostanze che ne rendono facile l’applicazione e ne aumentano le prestazioni in termini di durata e rapporto qualità/prezzo. Nella stragrande maggioranza dei casi queste sostanze (solventi, additivi, cariche, ecc…) sono prodotte da sintesi chimica in laboratorio e, siccome sono spesso altamente volatili, vengono rilasciate in ambiente in grande quantità durante l’applicazione e, via via più lentamente, nel corso della vita utile dell’edificio.

Si tratta dei VOC (Composti Organici Volatili) che, essendo di dimensioni ultrafini, possono penetrare direttamente nel nostro organismo creando danni anche molto gravi.

Delle possibili patologie parlerò nella prossima pillola intanto riporto un elenco sintetico dei VOC più diffusi nei nostri ambienti.

Idrocarburi alifatici (combustibili, detersivi, refrigeranti, cosmetici, aromatizzanti); Idrocarburi alogenati (pesticidi, refrigeranti, sgrassatori); Idrocarburi aromatici (vernici, pitture, colle, smalti, lacche, detersivi); Alcoli (detersivi, vernici, diluenti, adesivi, cosmetici); Aldeidi (fungicidi, isolanti, germicidi, resine, disinfettanti, pannelli in truciolato o altri semilavorati lignei).

Pillola n.8 - Effetti dei VOC sulla salute

Data la varietà dei Composti Organici Volatili che possiamo trovare in ambiente, non è facile individuare tutte le patologie in cui abbiano un ruolo diretto, anche in concomitanza con altri effetti di altra natura.

Ad oggi si sa che gli effetti sulla salute sono un’ampia gamma e vanno dal disagio sensoriale, alle allergie e ipersensibilità, fino a patologie molto gravi, per elevate concentrazioni, a carico del sistema nervoso centrale, fino ad arrivare alle patologie oncologiche.

Molti VOC sono riconosciuti come cancerogeni per l’uomo, come il benzene e i tri e tetra-cloroetileni, soprattutto a causa della lunga permanenza in abienti confinati (l’OMS parla di oltre l’80% della nostra vita).

Benchè molte normative impongano soglie di sicurezza alle emissioni di VOC, da certificare a carico del produttore all’atto dell’immissione in commercio, non mi stancherò mai di ripetere che nessuna norma potrà mai prevedere il cocktail di sostanze che ciascuno di noi metterà in ambiente quando realizzerà, arrederà e vivrà il suo spazio. Occorre quindi usare il buon senso, essere preparati e competenti e rivolgersi a professionisti e imprese altrettanto sensibili e competenti, senza mai dimenticare il principio di precauzione!

Pillola n.9 - Come ridurre l’esposizione ai VOC?

L’azione più importante ed efficace è scegliere con cura i materiali con cui si costruisce, ristruttura, rinnova la propria casa e gli altri spazi di vita al chiuso, affidandosi a progettisti e imprese idonei e competenti, inserendo tra i parametri di scelta quello della salute,. Sicuramente va ridimensionato il parametro dei costi, che nel caso dei materiali convenzionali non considera quelli indiretti, come ad esempio la mancanza di comfort, i costi sanitari, i costi ambientali per inquinamento ed eventi connessi con i cambiamenti climatici.

In particolare si raccomanda di:

  • ridurre al minimo sistemi che prevedano l’uso di colle prediligendo sistemi a secco (moquette, parquet, rivestimenti, strutture portanti e divorie degli spazi,
  • utilizzare vernici e pitture con solventi a base di terpene di agrumi o altre sostenze di origina naturale (le vernici all’acqua contengono sostanze antimuffa e funghicide,
  • garantire una corretta ventilazione degli ambienti, naturale o meccanica,
  • garantire la corretta manutenzione dell’impianto di riscaldamento e condizionamento , della cucina e altri dispositivi analoghi,
  • mantenere sempre in buona efficienza sistemi di tiraggio naturale come le canne fumarie di camini, stufe ecc,
  • mantenere temperatura e umidità ai giusti livelli,
  • non fumare negli ambienti chiusi, ridurre l’uso di prodotti per la pulizia a base di sostanze aggressive come candeggina, ammoniaca, ecc…preferendo l’alta temperatura in alternativa.

Pillola n.10 - Sistemi impiantistici: il riscaldamento.

Dato che negli ambienti chiusi l’aria è ricca di sostanze in sospensione, che possono venire in contatto con le persone, per inalazione o per contatto diretto con varie parti del corpo, è preferibile adottare sistemi per il riscaldamento e il raffrescamento che non siano basati sul fenomeno della convezione, proprio per limitare la circolazione dell’aria con tutto il suo carico di pulviscolo, batteri ecc…

I sistemi più efficaci sono quelli radianti, a pavimento parete o soffitto, perchè lavorano a bassa temperatura e quindi non cedono all’aria il calore che sarebbe necessario per renderla più leggera e quindi migrare verso il soffitto per poi, raffreddandosi, tornare più pesante e calare verso il pavimento, in quel movimento convettivo da evitare.

A mero titolo di esempio vi svelo che i “baffi” neri che appaiono in prossimità dei radiatori, o si formano negli angoli delle stanze, altro non sono che le polveri, spesso carbonizzate per l’alta temperatura dei radiatori stessi, che si depositano sulle superfici. Quelle che non si depositano le spazziamo via quando facciamo le pulizie oppure ce le ritroviamo nelle vie respiratorie.

Quindi, quando è possibile, il consiglio è di evitare i ventilconvettori (fan-coil) che hanno addirittura le ventole per aumentare la circolazione dell’aria, usare pure i radiatori ma aumentando il numero di elementi per tenere più bassa la temperatura dell’acqua che proviene dalla caldaia, preferire senz’altro il riscaldamento radiante a bassa temperatura, a pavimento o soffitto, con eventuale integrazione dei parti a parete, preferibilmente sulle pareti che danno verso l’esterno..

Pillola n.11 - Sistemi impiantistici: il condizionamento.

Gli impianti di condizionamento o raffrescamento, se non ben progettati, realizzati e manutenuti, possono nascondere numerose insidie per la salute di chi vive negli ambienti chiusi.

La sindrome più nota è dovuta al batterio della legionella, apparso per la prima volta nelle canalizzazioni che distribuiscono l’aria trattata negli uffici statunitensi, quelli in cui si divertono a passare i vari Bruce Willis, Tom Cruise & C. nelle loro missioni impossibili. Ebbene, in quei canali il batterio trova le sue condizioni ideali per temperatura e umidità dovuta alla condensa che si forma sulle pareti.

Inoltre intere colonie di microorganismi possono annidarsi e proliferare negli impianti in cui ci sia acqua stagnante come umidificatori, vaporizzatori, frigoriferi, impianti idrici, impianti solari termici…

Per quello che riguarda noi, per le tipologie di impianti diffuse alle nostre latitudini, oltre ad una corretta progettazione e realizzazione, è sufficiente preoccuparsi di:

  • pulire periodicamente i filtri dei dispositivi,
  • posizionare le prese d’aria esterna lontane da fonti inquinanti, come strade trafficate e/o altre sorgenti di emissioni nocive,
  • garantire che i fluidi degli impianti (aria o acqua) non rimangano a lungo fermi e stagnanti ma siano periodicamente tenuti in movimento.

Pillola n.12 - Processi di combustione

Molte attività svolte negli ambienti chiusi contribuiscono ad inquinarne l’aria. Tra questi ci sono processi di combustione come il fumo da sigaretta, il fuoco del caminetto, i fornelli del piano cottura, alcune stufe o altri sistemi per il riscaldamento degli ambienti…

Questi processi contribuiscono all’aumento della concentrazione di ossido e biossido di azoto (NO e NO2), anidride carbonica (CO2) e monossido di carbonio (CO).

In particolare il fumo di tabacco produce importanti concentrazioni di nicotina, sostanze irritanti, tossiche e cancerogene.

Negli ultimi tempi, data la diffusione di caminetti, caldaie e stufe a biomassa, è aumentato l’interesse della comunità scientifica per i fenomeni di inquinamento connessi, costituiti per lo più da monossido di carbonio, composti organici volatili (COV), particolato fine carbonioso (soot) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA).

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Egidio Raimondi, Green Your Mood!